venerdì 13 gennaio 2017

Come vestirsi ai concerti - Winter Edition



- Oh Silvia, questa è l'ultima volta! - mi avverte mio fratello mentre uno sbuffo d'aria fredda gli appanna le parole.

- Sì sì, stavo per dirtelo, questa è l'ultima! - gli faccio eco io, stretta nel mio piumino, con gli occhi lucidi e un unico pensiero in testa: "Perché cavolo non ho messo una calzamaglia di lana e degli stivali con l'interno in pelliccia?!"





Siamo in coda da circa un'ora, altri sessanta minuti ci separano da quello che si prospetta come il concerto della vita, un concerto che io aspetto da circa undici anni ('mazza se inizio ad essere vecchia...); ora però sento solo il freddo, le mani gelate, i piedi assiderati, i pensieri ghiacciati. Mi tiro su il cappuccio del Woolrich (ebbene sì, mi sono venduta al Lato Oscuro della Forza e posso assicurarvi che il Lato Oscuro non è mai stato così confortevole) e lo lascio cadere fino agli occhi. Il maglione a collo alto mi copre praticamente fino al naso (quando inventeranno i copri naso di lana?), perciò quel che resta del mio viso è una porzione di sguardo appena sufficiente per guardarmi attorno, e osservare come quella fila interminabile di persone si adoperi per sopravvivere al freddo. Molti si muovono e si agitano per divincolarsi dalla morsa glaciale, improvvisando balletti e corsette sul posto; altri, più temerari, abbandonano la fila per farsi prendere dal sacro fuoco della corsa vera e propria (o camminata a passo veloce); alcuni poi ripiegano su cibi e bevande calde, portati giudiziosamente da casa o comprati da qualche baracchino ambulante lì attorno al modico prezzo della loro anima. C'è chi si corrobora con parole e risate tra amici, chi invece entra in modalità letargico-incazzosa e non rivolge la parola nemmeno alla fidanzata, colpevole magari di aver avuto l'idea di un concerto in quel di gennaio. Passata un'altra mezz'ora, ci ammassiamo gli uni agli altri come pinguini, ormai rassegnati a riscaldarci a vicenda.



I pinguini imperatore si stringono gli uni agli altri per proteggersi dal freddo antartico
 
 


Ora, tutti sappiamo, o speriamo, che una volta finita l'attesa e aperti i cancelli, i nostri sacrifici e il nostro assideramento saranno ricompensati dall'arrivo del nostro gruppo del cuore, dalla musica, dalle canzoni, dall'eccitazione, dallo sfogare ogni rabbia e tristezza e freddo subiti, cantando a squarciagola e ballando come se nessuno ci stesse guardando. Ma non arrivare adeguatamente preparati all'evento può pregiudicare tutto, lasciando che il freddo, la ressa, l'attesa siano tutt'altro che parte del piacere o inevitabili rovesci della medaglia, bensì impedimenti tanto dannosi e deleteri da farci giurare di non andare mai più a un concerto (!). O da farci ammalare e stare a letto per la settimana seguente (coff coff...). I concerti non sono per tutti, bisogna arrivarci arm preparati! Lezione che ho appreso sulla mia pelle, quando nel lontano 2002 svenni a un concerto dopo essere arrivata lì mezza digiuna, subito dopo la lezione di danza. Ero in prima fila, sotto al palco, mai stata così vicina, e dovetti abbandonare quell'invidiabile postazione e seguire il resto del concerto dalla barella della Pubblica.







Quindi, se si tratta di un concerto rock, rap, pop, hip-hop o insomma un concerto che prevede che stiate in piedi e che, presumibilmente, balliate, iniziate ad allenarvi un po' di tempo prima come fanno i cantanti e i musicisti. No, va beh, non dico di iscrivervi in palestra o di fare sport, non mi spingerei mai a tanto, ma abituatevi a muovere un po' di più...le gambe....Fare le scale al posto dell'ascensore e menate varie. Potreste, perché no, abituarvi a ballare ogni giorno sulle canzoni del concerto, approfittandone così per ripassare anche i testi. Prima dell'evento fatidico, mangiate in modo accorto ed equilibrato, per avere l'energia necessaria senza sentirvi appesantiti, e siate certi di arrivare riposati (la sera prima dormite, non state a cercare su youtube video dei concerti passati, quello avreste già dovuto farlo, accidentaccio!). Ora che le funzioni vitali sono in buono stato, viene il punto chiave: come vestirsi. Stiamo parlando di concerti invernali, il gotha di tutti i concerti sfiancanti; lo so che anche i concerti estivi negli stadi non scherzano, ma lì l'obiettivo è uno solo, non morire di caldo, qui invece c'è un duplice obiettivo: non morire di freddo fuori mentre aspettate e non morire di caldo dentro durante il concerto. Richieste antitetiche e paradossali che potrebbero farci perdere la speranza e farci arrendere all'una o all'altra sorte. E qui intervengono le Sorellastre!


Sono il signor Wolf, risolvo problemi (Pulp fiction)
 
 
 
- Canottiere di lana e seta. Esistono canottiere in tessuto misto lana&seta, sottilissime, confortevoli sulla pelle, leggere e calde al tempo stesso. Una goduria nel settore biancheria intima. (Sentite anche voi i cori angelici mentre parlo di queste canottiere, vero?). : P So che esiste gentaglia che non mette la "maglietta della salute", ma per me è irrinunciabile da settembre-ottobre a marzo-aprile, e se tra di voi ci sono lettori invisibili scettici, pensate a rispolverarla almeno in questa occasione speciale.
 
 
- Vestirsi a strati. Lo so, niente ingegneria aerospaziale oggi. Vestirsi a strati è il consiglio e la regola sempreverde di queste stagioni non stagioni del cappero che ci troviamo a vivere. L'unico faro in un aprile che sembra gennaio e in un gennaio che sembra...Gennaio, ma in Groenlandia (e in questo caso gli strati ve li terrete tutti addosso). Quando l'escursione termica da mattino a sera cambia come l'umore della vostra ultima conquista, dovete vestirvi a strati. Quando siete costretti a vivere in luoghi chiusi che simulano stagioni opposte a quelle reali (aria condizionata a palla d'estate, riscaldamenti che trasudano calore d'inverno), dovete vestirvi a strati. Quando dovete andare a un concerto d'inverno, dovete vestirvi a strati. Sugli strati in questione avete libero arbitrio (in realtà l'avete su tutto, ognuno sceglie di che morte morire). Consigliabile però una maglietta o camicia di cotone a manica lunga (potete sempre tirare su le maniche durante il concerto, mentre con la manica corta farete poco), e sopra un maglione/cardigan di cachemire o altro tessuto che sia molto caldo ma non troppo spesso e ingombrante. A un certo punto dovrete infatti sbarazzarvi del maglione, e questo, in una folla di persone fameliche che puntano a stare sotto il palco, potrà essere un po' difficoltoso. Consiglio di lasciarlo insieme al cappotto nel guardaroba, ben sistemato sulla gruccia. Se siete in due o più persone al concerto, scegliete un "guardarobiere designato", uno solo tra voi che porterà tutti i cappotti/maglioni al guardaroba mentre voi altri vi sarete già sistemati abbastanza avanti e resterete lì in zona calda a "tenere il posto". Se siete soli, le soluzioni sono tre: andate subito al guardaroba a liberarvi dei pesi e amen per il posto sotto al palco; vi legate maglione e cappotto in vita (se ci riuscite!) e amen per lo stile; vi legate maglione e cappotto alla cintura (questa è da samurai ma vi assicuro che funziona).
 
 
- Tessuti naturali e tessuti "audaci". Suderete, e starete a strettissimo contatto con molte altre persone (che a loro volta suderanno...Ok, detta così sembra più un'orgia che un concerto, ma a volte la differenza può essere sottile O.O). È il caso, quindi, di scegliere abiti di tessuti naturali, perché non c'è niente di peggio del tessuto sintetico sudato. Altrimenti potreste osare con pelle, vernice, rete... Materiali insomma che nella vita quotidiana sono sempre rischiosi, mentre al buio di un concerto possono esprimersi senza macchia e senza paura.
 
 
- Pantaloni o jeans anziché gonne. Dovrete stare al caldo mentre aspettate fuori, correre per raggiungere il palco, ballare, essere trascinati da gente che poga incautamente, farvi largo tra la folla imprevedibile...Insomma, ci vogliono abiti comodi. E quasi sempre scegliere "abiti comodi" equivale a preferire i pantaloni e i jeans alle gonne. Se però siete tra quelle che si trovano più a loro agio con le gonne (o i vestitini), ricordatevi di indossare collant super caldi (di misto cachemire o roba così) e di non scegliere modelli troppo attillati che impediscono i movimenti (pencil skirt, adieu).
 
 
- Tasche a pioggia. Le tasche servono sempre in questi casi, sono l'equivalente della tartaruga che si porta dietro la casa. No, non dovrete stipare di tutto nelle vostre tasche, ma potrete approfittarne per liberarvi di fazzoletti, cicche, caramelle, biglietti, e altre piccole amenità.


- Tracolla piccola . Dove le tasche non arrivano, arriverà una tracolla di piccole dimensioni da portare di traverso, così non vi impedirà nei movimenti convulsi a cui vi lascerete andare durante il concerto. Evitate borse enormi e pesanti o zaini (che tra l'altro spesso sono vietati), e riducete al minimo il vostro occorrente. Cellulare (per ritrovare gli amici/fidanzati/fratelli e sorelle persi pogando), carta d'identità (per ricordarvi chi siete - a fine concerto potrebbe essere tutto molto confuso), soldi (pochi, utili per ritornare a casa nell'eventualità che abbiate perso i vostri accompagnatori nel delirio). Poi fazzoletti, che servono sempre, gel disinfettante mani versione tascabile per le più fissate, una caramella rinfresca alito e un burrocacao per il vostro bien etre e per baciare senza indugi il tipo che vi sarà a fianco, in un momento di follia e azzeramento dei freni inibitori (la musica e il ballo fanno questi effetti, lo sapeva bene il reverendo Moore).


 
 - Piumino, pelliccia, montone (con tasche). Ricordatevi del freddo. Starete in fila minimo mezz'ora, massimo...Un'intera giornata? Dipende da voi, da dove arrivate, da quanto volete stare vicini al palco e da quanto siete disposti a soffrire. Non sempre arrivare otto ore prima paga, purtroppo, perché le file si muovono in modo abbastanza scomposto e tutto si decide nella corsa finale nel palazzetto, dopo che sono stati aperti i cancelli. (Non vi dico a cosa mi fa pensare quella corsa finale gli uni contro gli altri, perché potreste chiamare la neuro e non sono psicologicamente pronta per un ricovero). Comunque, è inverno e, breaking news, farà frrrreddo. Quindi ricorrete al cappotto più caldo che avete nell'armadio. I cappottini di lana al ginocchio o più corti sono carini, bon ton o rock, insomma sono scelte impeccabili di stile, ma solitamente non sono troppo caldi. Credo che il massimo livello di calore lo raggiungiamo con i piumini (non necessariamente di vera piuma d'oca), le pellicce (non necessariamente di vero pelo), i montoni (idem). Le tasche, come ormai avrete capito, sono sempre un plus.
 
 
- Sciarpa, cappello, guanti. Che siano coordinati o volutamente a contrasto, non dimenticateli, mi raccomando! Immaginatemi vestita da vostra nonna mentre vi do questo consiglio. Sono sulla porta di casa, con le calze color carne e un foulard in testa (insomma 'na befana più che una nonna) e vi dico, in un vostro dialetto a scelta: "Mi raccomando! Non dimenticare sciarpa, cappello e guanti!". Poi li metterete nelle numerose tasche del vostro cappotto, o sulla vostra gruccia d'acciaio.
 
 
- Scarpe comode e calde. I piedi sono quelli che soffrono di più nelle lunghe attese al freddo e al gelo. Lo so perché l'ho appena vissuto, è un trauma fresco, anzi ghiacciato. Quindi optate per scarpe calde, stivali che coprono anche una porzione di gamba, e se l'interno in pelliccia può diventare eccessivo quando poi sarete dentro a scatenarvi, compensate con le calze. Le scarpe, naturalmente, devono essere comode, per saltellare e trotterellare (?), quindi eviterei i tacchi, e starei su una scarpa che già avete usato e "adattato" con l'uso al vostro piede.

 
- Calze. Se al punto prima avete scelto scarpe comode e adatte ma non particolarmente calde (per esempio stivali o sneakers che mettete anche ad aprile), allora è il caso di arrendervi a calze pesanti, non dico di lana ma comunque un po' più spesse e calde del normale. Il fantasmino e il calzino che appena arriva alla caviglia non saranno i vostri migliori amici in questa battaglia contro l'ipotermia.

 
- Niente gioiellini. Oltre a poter diventare un'arma involontaria nei vostri gesti inconsulti durante il concerto (anelli da cocktail stampati in fronte al vicino non sono il modo migliore per socializzare), gioielli e gioiellini possono diventare scomodi, impigliarsi, perdersi. E lo scopo è sempre avere meno impedimenti possibili. Essere creature danzanti libere e felici.



E a questo punto, quando siete preparati, pronti, carichi, emozionati...


Green Day, Bologna - 13 gennaio 2017


 

- Oh Luca, quest'estate vengono anche a Lucca, ci andiamo vero?

- Ma... - momento di confusione negli occhi di mio fratello - Sì, certo, ci andiamo.