lunedì 17 ottobre 2011

2011: Odissea nel Leopardo

                                                                   Anna dello Russo



Io non so in Italia, ma qui, le cose stanno degenerando.

1)DA UN GIORNO ALL’ALTRO. Provate, provate a confrontare le riviste. Prendetene un bel po’. Lo so che ce le avrete già tutte in casa vostra, le ultime riviste, voi modaiuole (che oggi vi fate chiamare fashionistas o fashion lovers, e fu un po’ come il passaggio da zitella a single, ammettetelo !). Ma le potete trovare anche alla biblioteca pubblica, e lo preciso per quelle che restano che, come me, si comprano la rivista patinata quando è successo qualcosa, che c’è bisogno di lusso, e che poi restano immancabilmente deluse perché l’editoriale è a pag. 53 su 120, e lo sappiamo tutti quello che c’è prima. Mais je m’égare. Prendete ‘ste riviste. Agosto : i cento costumi dell’anno, i colori da granita –che in Francia si chiamano acidulés oppure flashy, leggi flascí, madremia- , i prodotti per non sfibrare i capelli al mare, i caftani, le tuniche bianche. Tutto normale. Poi Settembre e Ottobre, finalmente arrivo al punto. O meglio, alla macchia ! Da settembre, all’improvviso, si scatena, e dilaga, l’epidemia : macchie, macchie di leopardo dappertutto.
                                                                   Kim Kardashian

                                                     Rihanna, Beyoncé, Miley Cyrus

                                                              Alexa Mulberry 2011

                                                                         Sneakers



2) UN PASSO INDIETRO : PIN UP E BATTONE. Nato verosimilmente nella preistoria dall’affinarsi della tecnica dello scuoiamento, l’indumento maculato (pelliccia, imitazione pelosa, o ahimé, imprimé), c’è sempre stato. Chissà quante volte e in quante salse sarà risalito e ridisceso. Perfino io, storicamente avversa a peli e pelami di ogni sorta, ho avuto la mia caduta di stile alla fine dei Novanta (una minigonna leo, anche se « lo facevano tutti »). Pero’ mi pare, fino ad ora, che il dilagare periodico del leopardo non oltrepassasse i limiti di un certo tipo di occasioni e di un certo tipo di clientela : cougars, milfs, pin ups alla mia destra, adolescenti e frequentatrici (o simpatizzanti) dei marciapiedi alla mia sinistra. ADESSO non lo ferma niente. E ne abusano le più insospettabili.

                                                                   Anne Hathaway


    
                                                            Natalie Portman    

3) PERCHE LO ODIO
Ditelo con le macchie : Aleatoria, curiosa, imprevedibile, la macchia lancia subito il suo messaggio di unicità. Spicca come la stella sul muso del cavallo o le zampette bianche di un gatto nero. Distingue. E questo lo capisco. Come la perla dalla forma irregolare, lo scherzo della natura. Tuttavia: scherzo della natura ? Unicità ? Ma andiamo, DONNE ! La stampano in fabbrica ! Vi volete davvero distinguere ? O accetate di scuoiare, o di farvi scuoiare dal vostro amico Max Azria, un leopardo vero (E NON VI STO INCITANDO A FARLO!), oppure ripiegate sui pomodori siamesi. Siete un esercito di Unne o Visigote, o Cartaginesi, ragazze. La macchia quest’autunno non distingue, uniforma. L’altro messaggio seduttivo che la macchia lancia alle donne, e che le donne di conseguenza intendono lanciare con la macchia, è un arrogante dichiarazione di potere…quasi un caso di animismo…bbrrrr.



Datela con le macchie : la mia paura, quando l’alta moda cerca di nobilitare il leopardo (nei Ninties si diceva « leopardàto »), è che sia il leopardo a involgarire l’alta moda. Come gli aristoi coi borghesi, e quelli che vanno con lo zoppo. Soprattutto quando, e temo non solo nelle vetrine di Parigi e di Marsiglia (dove persino la carta da parati è inferocita), ma anche sulle passerelle, vige il total leo.

Blumarine Spring 2011

Blumarine Spring 2011

Blumarine Spring 2011



4) GLI ALLEGRI ANIMALI SCUOIATI. Come non spendere un epitaffio per i cugini del leopardo (non per la scienza, ma di sicuro nella grande famiglia della moda) : pitone, zebra, tigre, giraffa. Meno pandemici, almeno gli ultimi due. A rischio di scioccarne più d’una, perché non m’accontento mai, vi diro’: peccato! Massi’, le Cenerentole della savana darebbero una buona volta l’effetto rarità che le donne domandano al leopardo, che, sovraccarico di domanda, dà giù di testa . Altro merito di tigre e giraffa, entrambe hanno un certo qual stilismo geometrizzante e regolare che le fa un po’ più raffinate. Quanto alla scomparsa di cavallini pezzati, mucche pazze e bufali vari, beh, ci mancherebbe dai. E il dalmata, a parte Crudelia, s’è davvero mai visto?


Monica Bellucci sulla copertina di Tatler Russia


Crudelia che vuole mettere sotto la Bellucci (sentimento condiviso da noi Sorellastre)

5) COME TI SALVO IL FELINO. Non è che voglio pontificare, figuriamoci, è solo come la vedo io, all’insegna del salviamo il salvabile :
-a dosi microscopiche. Anche se cercare d’essere discrete con l’indiscreto è un po’ flirtare col nemico. Mai sui gioielli, che troverete a spron battuto, dipinti, smaltati, intarsiati, incisi. Ok un tocco sulla testa: fiocchi, fasce, elastici o spillette. Sui foulard e sulle sciarpe, per stare sul classico; sulle ballerine, se riuscite a tollerarlo, sulle borse concesso solo in caso di pochettes o minaudière. No way sui leggings (e questo ve lo chiedo per favore).
-Non lo umiliate : per carità, se proprio proprio, almeno la nuance più spenta, e pur sempre sul bruno. Niente pelame Orangina. Tingere la bestia di grigio ghiaccio, di rosa o di azzurro è la beffa finale, e la PETA dovrebbe denunciarvi.

-Fate di tutto per domarlo : un minicardigan a scollatura tonda chepiugentilenonsipuo’ aperto su un vestitino bianco, ci puo’ stare. Una sotilissima cintura in piena vita su un tubino o una gonnellona a campana, ci puo’ stare.                                   

-Non in bella vista. Il punto è dare l’impressione d’aver infilato il primo leopardo che avete trovato. Di non farci caso, voi per prime. Dovreste dare l’impressione non d’issare un trofeo di caccia fra urla barbariche, ma piuttosto…di nascondere un peccato. In una parola, donne, FODERA : un cappottino nero che rivela le temps d’un instant uno spicchio maculato, ci può stare. L’interno di un escarpin nero, al limite, ma allora senza zeppe né linee quadrate. In questo scenario apocalittico in cui si leopardizzano perfino l’impasto dei pandispagna nelle pasticcerie signed e le ciocche delle clienti nei salons de coiffure (alla Annalisa Minetti), il leopardo va cercato col lanternino, per sorprendere davvero – e per restare nel buongusto.
Audrey in Sciarada

F.


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