lunedì 16 dicembre 2019

Caro Peter...



Caro Peter, lo sai come ci si sente.
Ordini per uno e ti sorbisci gli sguardi in tralice. Al cinema ti siedi in fondo sperando che nessuno ti veda, neanche fossi il maniaco con l'impermeabile, ma puntualmente ti trovi di fianco le coppiette in amore protagoniste di un film tutto loro. Nella metro una monade di braccia, gambe, bocche, lingue occupa tre posti a sedere, e non ti rimane che stare in piedi a fissare il vuoto. I pranzi coi parenti sono il tuo personale purgatorio di domande inopportune e inevitabili come i canditi nel panettone:
“Il fidanzatino? Quando ce lo fai conoscere? Come non esiste, possibile? E perché?! E quando ce lo presenti?”. Abbozzi un sorriso e ti iscrivi a kickboxing per sfogare la rabbia repressa, ché di questo passo finisci per diventare il vicino gentile che salutava sempre. A kickboxing, dove la tua migliore amica ha conosciuto l'inseparabile Paolo, tu incontri solo un palestrato gonfiato ad aria compressa fino al cervello, e una volta sbagli persino lezione e finisci nella classe di zumba.
A proposito della tua amica e dell'inseparabile Paolo...Si sposano a giugno. Si sposano tutti a giugno. Perché ormai sei più vicina ai trenta che ai venti, anche se ogni volta che ti chiamano signora ti trasformi in De Niro in Taxi Driver e improvvisi un: “Ehi, dici a me?! Stai parlando con me?!”. Vai a tutti i loro matrimoni, non so se per una forma di masochismo o per una dipendenza dai confetti dai gusti eccentrici. Ti mettono al tavolo dei bambini, perché sei l'unica al di sopra del metro e venti che non è in coppia. Persino Christian, il novenne seduto di fianco a te, si è portato il suo camaleonte Dino, e ogni tanto gli schiocca bacini sulla pelle verdastra che ti fanno andare di traverso pure il risotto allo champagne che era il tuo unico faro nella notte.
È che questo mondo non è fatto per quelli come noi, che amano stare da soli. Ci guardano male, ci escludono, ci discriminano. Le confezioni famiglia al supermercato, gli sconti al cinema, le feste più uno, il lieto fine nei film. Vige questo stordimento collettivo per cui un matrimonio e un paio di pargoli sono la soluzione a tutto, pure al buco dell'ozono; traguardi desiderabili da chiunque, condann...ehm...destini predeterminati. E se tu ti sottrai con discrezione a queste scelte, ti considerano un asceta che gira nudo per i boschi alla ricerca del senso della vita e di qualche bacca di cui sfamarsi. In realtà cerco il senso della vita nelle serie tv e mangio popcorn a cena e gelato a colazione, ma che importa? A chi importa? Se sono tanto felici nella loro famiglia Brady, perché vedono noi come una minaccia? Wendy la chiamerebbero zitella, se avesse deciso di aspettarti e di non figliare. Hai sentito parlare di Verona e di deprimenti congressi? Roba che ti viene voglia di scappare all'Isola che non c'è. A proposito, amico mio, dov'è che era? Seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino?








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