giovedì 5 dicembre 2019

Questa, invece, è una storia d'amore


Gli incontri che ti cambiano la vita non puoi prevederli, anche se ci provi confrontando oroscopi, sognando ad occhi aperti come si svolgeranno, perpetuando rituali scaramantici. Le cose belle giungono inattese. Era un pigro pomeriggio di dicembre e lui se ne stava come sempre a guardare fuori dalla finestra pensieroso e anche un po' infastidito. Non amava quel silenzio che congelava la casa durante il giorno, sentirsi solo, anzi, molto peggio, circondato da altri con cui non aveva niente in comune. Sono tutti addormentati e sani e educati. Aveva voglia di uscire, andarsi a sbronzare, giocare ai cavalli. Farsi toccare, anche solo sfiorare, dopo tanto tempo, gli sarebbe bastato a sentirsi di nuovo vivo. Quando si incontrarono, fu per caso: lei cadde proprio davanti a lui, un tonfo secco, lui sobbalzò bruscamente.


- Tutto bene?

- Oh, sì...Che sbadata…

- Beh, può capitare.

- Sì, certo...La ringrazio per il suo interessamento.

- Sei nuova di queste parti? Non mi sembra di averti mai visto in giro…

Lei gli rivolse un'occhiataccia, ma lui era abituato a ben altri rifiuti, quello sguardo sprezzante era una carezza a confronto.

- Sono arrivata da poco, in effetti, signore.

- Ti aiuterei ad alzarti, ma, sai com'è…

- Lo so, lo immagino…

- A volte non ti stanca questa nostra vita? Non ti annoia? Non ti si contorcono le budella al pensiero che sarà sempre questa stessa, sporca, vecchia vita, che si riciclerà uguale per anni e anni, fino a che il tempo non avrà sferrato il suo ultimo colpo mortale? C'è da diventare matti a pensarci.

Stavolta lei lo guardò incuriosita da quelle parole. Nessuno le si era mai rivolto con quella franchezza, come se stesse pensando ad alta voce, e non avesse alcuna intenzione di fare bella figura con lei o di fingersi diverso da ciò che era. Lo guardò meglio, e arrossì. Quell'aria sfacciata, irriverente, davanti a tutti e incurante di tutti. Era spaventata e rapita.

- Le donne sentono come gli uomini e come loro hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, hanno bisogno d’un campo per i loro sforzi. Soffrono esattamente come gli uomini d’essere costrette entro limiti angusti, di condurre un’esistenza troppo monotona e stagnante. Credo però che sentire di avere uno scopo, superiore a noi per importanza, ci aiuti a sopportare la fugacità della nostra esistenza. Possiamo lasciare un'impronta nella vita degli altri, una traccia di cui noi riusciamo a intravedere solo i contorni. Il significato che abbiamo per gli altri lo possiamo intuire soltanto, ma avere fede in questo mi conforta anche nei momenti più bui.

- “Gli altri, gli altri”...Ma chi sono questi altri che ti consolano tanto? È poca la gente con cui posso trovarmi in una stanza per più di cinque minuti senza sentirmi stomacato. E poi sull'avere uno scopo...Beh...Tu non mi conosci, baby, non sai come passavo le giornate, io. (…) m'ubriacavo ogni sera dopo il lavoro, da solo, a casa mia, e mi restavano abbastanza soldi per un sabato pomeriggio ai cavalli, e la vita era semplice e senza troppe pene. Forse senza troppe motivazioni, ma la fuga dal dolore era una cosa abbastanza ragionevole.

- Gli altri sono in noi, e noi siamo in loro, signore. Trovo immaturo da parte sua percepire ancora una differenza così netta tra noi e gli altri. Ci compenetriamo, in realtà. Esistiamo gli uni nello sguardo dell'altro, e la vera ricchezza di questa vita, ciò che la rende preziosa, è sentire di appartenere, di appartenersi. E grazie a questa comunione essere capaci di sollevare dal dolore, dall'angoscia, dallo “sporco”, come dice lei.

- Sei proprio una brava ragazza, Jane...Da dove vieni esattamente? Girati, fatti dare un'occhiata...Ah scusa, dimenticavo... - sorrise beffardo, guardandola ancora sdraiata a terra – Ma anche così sei carina, davvero, mi piaci. Ti direi di sorridere di più, certo, ma ormai quando dici queste cose certe donne sembrano prendersela. Ti senti insultata da me, se ti dico che sei carina?

- Considero la bellezza l'ultima delle doti di una donna, o di un uomo.

- Allora ho qualche speranza di piacerti, non è vero?

Il rossore le avvampò le guance, incontrollabile.

- Mi piace la sua sfacciataggine. Ed è anche ciò che mi disturba. Mi lasci in pace, adesso, sono stanca di ascoltare le sue provocazioni.

- Ma quali provocazioni, si fa per parlare, ammazzare il tempo, strangolare la noia, strozzare la…

- Ho capito, signore, mi dispiace interromperla ma ho capito. Penso di averla capita molto bene, e mi chiedo se lei abbia mai provato ciò di cui parlavo prima. Quel senso di appartenenza profonda e spirituale con un'altra anima, quasi fino alla compenetrazione, fino a diventare un solo spirito.

- Ho provato qualcosa di simile alla compenetrazione, ma non credo che ci riferiamo alla stessa cosa – rise di gusto, ma la sua risata si trasformò in tosse rauca.

- Deve stare attento a quella tosse, potrebbe ucciderla, un giorno di questi.

- È una minaccia? Un presagio? Ahaha anch'io adoro la tua sfacciataggine, tesoro. Un ottimo antidoto alla noia. Ti ho appena conosciuta e già sono convinto che ci divertiremo qui, io e te. Mi sono scontrato con altre in questi anni, ma nessuna aveva il tuo fascino, la tua selvaggia purezza, quegli occhi da cerbiatta ferita e quegli artigli da leonessa.

- Mi è facile immaginare che abbia avuto il suo zoo a tenerle compagnia, e ora vorrebbe aggiungervi un'altra preda; (…) è nella sua natura...E la natura di un uomo non la si può cambiare. Ma se mira a me, si sbaglia. Io sono qui per altre ragioni, non mi interessa l'amore romantico e fatuo e tantomeno quell'antidoto alla noia di cui lei parla.

Non era abituato a sentirsi rispondere a tono, e non provava quel brivido da chissà quanto tempo. Sentì come un fremito, una scossa elettrica scorrere lungo le sue pagine.

- Mi fai venire voglia di leggerti tutta.

- La prego, signore, si contenga.

Arrossiva e intanto il cuore le batteva più forte. Se solo fossero stati vicini, se si fossero sfiorati sullo scaffale, forse anche lei avrebbe sentito l'elettricità diffondersi ovunque, dal titolo fino alla quarta di copertina.



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